APERTO DAL LUNEDI AL VENERDI DALLE 12:00 ALLE 15:00. CHIUSO SABATO E DOMENICA.

I rischi del gluten free per chi non è celiaco

gluten free giugno

In Italia, 1 persona su 100 è celiaca, ovvero soffre di un’infiammazione cronica all’intestino tenue provocata dal glutine. Nei celiaci il glutine scatena una risposta autoimmune, con conseguente danno alla mucosa intestinale, compromettendo l’assunzione di altri nutrienti. A tal proposito, dunque, negli ultimi anni si stanno sempre più diffondendo gli alimenti senza glutine al punto tale che anche le persone non celiache li scelgono, convinti di fare una scelta salutare. Ma quali sono i rischi del gluten free per chi non soffre di una determinata patologia?

Il mercato gluten free

In Italia sta dilagando ormai la moda del cibo gluten free, in un mercato che cresce al ritmo del 27% l’anno e che vale ben 320 milioni di euro, ma solo 215 vengono spesi dai pazienti con diagnosi. L’allergia al glutine si può presentare con problemi intestinali (nausea, vomito, diarrea, addome gonfio, stipsi) o con sintomatologie extra intestinali come dermatite, sintomi neurologici, ma la celiachia può essere anche asintomatica. L’unica cura possibile è quella di eliminare dalla propria dieta i cibi con il glutine, ricorrendo appunto agli alimenti gluten free.

In seconda battuta esiste poi la sensibilità al glutine non celiaca (NCGS), ovvero una sensibilità al glutine con manifestazioni più leggere della celiachia, ma non si conosce ancora molto a riguardo. Anche in questo caso la cura è l’eliminazione del glutine.

Secondo l’ADI, Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, negli ultimi anni si è registrato un aumento di NCGS e della celiachia e a risentirne sono soprattutto i bambini. Le cause sono molteplici e sono da rintracciarsi nell’aumento di consumo di grano, modifiche alla qualità del frumento e al sempre più frequente uso del glutine da parte delle industrie come additivo.

Per chi è celiaco, quindi, i cibi gluten free sono l’unica alternativa, ma questa scelta presenta diversi lati negativi. Se da un lato provoca una diminuzione del peso, dall’altro però in molti alimenti vengono introdotti oli e additivi per mantenere sofficità e fragranza, risultando più calorici. Chi è costretto a scegliere alimenti gluten free, a lungo tempo, può andare incontro a carenze di vitamine del gruppo B, ferro, magnesio, acido folico e fibra: il consiglio è quello di essere seguiti direttamente da un professionista che sappia indicare la dieta più adeguata, al fine di scongiurare probabili patologie cardiovascolari, sindrome metabolica e osteoporosi.

Bisogna inoltre sfatare il mito che i cibi gluten free siano dietetici: un recente studio australiano ha analizzato 3200 alimenti senza glutine di diverse categorie, arrivando alla conclusione che i valori nutrizionali e l’apporto calorico sono gli stessi del cibo tradizionale se non superiori: il pane senza glutine ha una concentrazione di grassi doppia rispetto a quella tradizionale e un contenuto di proteine 2-3 volte inferiore. Di norma gli ingredienti che rendono appetibile e gustoso un cibo industriale sono: zucchero, sale, glutine e grassi. Se ne viene eliminato uno, di conseguenza gli altri debbono necessariamente aumentare.

gluten free

Una moda pericolosa

Il dato che salta più all’occhio in tutta questa situazione, è che ben 1 prodotto su 3 gluten free viene acquistato da chi non è celiaco, ma pensa così di poter perdere peso o guadagnare benessere. Nulla di più falso. Questa finta scelta salutista, infatti, non trova alcun riscontro a livello scientifico: secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal, l’esclusione del glutine in chi non è celiaco non riduce il rischio di malattie cardiovascolari, anzi lo incrementa anche solo per la sottrazione alla dieta di fibre, ottime per la prevenzione cardiovascolare. In ultimo, i non celiaci che scelgono autonomamente di eliminare il glutine, corrono il rischio di non poter più vedere diagnosticata la celiachia qualora fosse presente.

Un’altra analisi deve essere fatta dal punto di vista economico: dietro il mercato del gluten free c’è un grandissimo business. Negli ultimi anni il mercato per i celiaci è aumentato di dimensioni, spostandosi al grande pubblico, motivo per cui in televisione si vedono sempre più pubblicità di alimenti gluten free. Va da sé che l’industria sta evidentemente incoraggiando questa tendenza per vendere più prodotti. Colpa anche dell’autodiagnosi fai da te e delle falsità che circolano in rete, in molti ormai sono convinti di soffrire di questo disturbo: ben 1 italiano su 10 pensa che la dieta gluten free sia più salutare, mentre 3 su 10 sono convinti che faccia dimagrire: “un equivoco pericoloso, che banalizza la malattia celiaca, che riguarda l’1% della popolazione, per la quale l’esclusione del glutine non è una scelta ma un vero e proprio salvavita”, afferma l’Associazione Italiana Celiachia (AIC).

La moda della dieta gluten free è solo una delle tante che abbiamo vissuto negli ultimi anni: prima c’era il biologico, poi il naturale, quindi il vegano e ora il no glutine. Fanno tutte parte del fenomeno “health halo”, cioè la scelta di prodotti considerati salutari basandosi solo sulle apparenze.

Ogni anno, il 16 maggio si tiene la giornata mondiale della celiachia e si moltiplicano gli appelli degli esperti per porre fine a questa moda insensata.