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Spreco alimentare: la situazione italiana

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Ogni giorno consumiamo tonnellate di cibo, ma ci siamo mai fermati a riflettere su quanto ne viene scartato? Circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo nel mondo viene gettato e dunque non arriva a tavola perché va a male, si perde o resta invenduto. Lo spreco alimentare è oggi una problematica molto seria che affligge la maggior parte dei paesi industrializzati che finiscono, così, per buttare nella spazzatura una quantità di cibo 4 volte necessaria a sfamare le quasi 800 milioni di persone denutrite. In tema di spreco alimentare, i dati raccolti dall’FSI evidenziano come solo gli Stati Uniti gettano 46 milioni di tonnellate di cibo l’anno, mentre con gli sprechi alimentari dell’Unione europea si sfamerebbero circa 200 milioni di persone.

Oltre a poter risolvere parzialmente il problema della sottonutrizione nel mondo, c’è da sottolineare come lo spreco alimentare impatta molto anche dal punto di vista ambientale: l’impronta di carbonio nei rifiuti alimentari è pari a 3,3 giga tonnellate di gas serra, o meglio ⅓ delle emissioni annuali derivate dai gas fossili. Per finire, il gas metano prodotto dal cibo che finisce in discarica è 21 volte più dannoso della Co2.

I paesi virtuosi e non

Eppure contro lo spreco alimentare si può fare qualcosa e lo dimostrano i casi di diversi paesi che stanno raggiungendo traguardi importanti: i più virtuosi sono senza dubbio la Francia, l’Australia e il Sudafrica, che si contrappongono a Arabia Saudita, Indonesia e Emirati Arabi, che devono affrontare sfide più ardue. Il record della Francia è stato raggiunto grazie a politiche ministeriali incentrate sul sistema agricolo-alimentare e su pratiche commerciali volte a contenere lo spreco alimentare. I cugini francesi, però, fanno ancora molta fatica nel combattere contro gli sprechi domestici, difficoltà che condividono con l’Australia, che eccelle in tema di politiche anti-spreco sia per i risultati che hanno ottenuto.

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L’Italia cosa sta facendo a riguardo? Grazie alla legge contro lo spreco alimentare approvata nel 2016, il nostro paese rientra tra quelli che stanno compiendo i progressi più evidenti: secondo i dati del Food Sustainability Index – che analizza le scelte alimentari del pianeta non solo sul gusto, ma anche sul valore complessivo rappresentato dal cibo- l’Italia è al 9° posto su 25 in termini di spreco alimentare, registrando il punteggio massimo per indicatori come “politiche messe in campo per rispondere allo spreco di cibo”, grazie alla legge che punta a premiare le aziende e i produttori che donano il cibo in eccesso ai più bisognosi.

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Lo spreco alimentare in Italia

Se è vero che molto è stato fatto, dall’altro canto, però, c’è ancora molto su cui dover lavorare: ogni anno una famiglia italiana getta nella pattumiera ben 145 kg di cibo, per un valore totale di 360 euro (dati dell’Osservatorio nazionale Waste Watcher, di Last Minute Market/Swg).

Il 75% dello spreco alimentare nel nostro paese, dunque, avviene proprio nelle case degli italiani; a questo vanno sommati gli sprechi prodotti nell’industria e nella distribuzione, finendo così per raggiungere un valore complessivo di 15 miliardi e 615 milioni di spreco alimentare l’anno. Secondo i dati Fao, in Italia, un anno di spreco di cibo potrebbe sfamare quasi 44 milioni e mezzo di persone.

Ad aggravare il quadro complessivo, si aggiunge la generale disinformazione dei cittadini sulla normativa anti-spreco entrata in vigore lo scorso anno: solo 6 italiani su 10 sanno che esiste una legge dedicata al recupero e alle policies antispreco. Secondo quanto riportato da Waste Watcher, l’Italia è spaccata in due: il 57% dei cittadini si dimostra attento e sensibile al tema, mentre il 43% non è interessato alla problematica dello spreco alimentare.

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Le iniziative e i suggerimenti anti spreco

Per combattere lo spreco alimentare nel nostro paese, Enea ha pubblicato un “Decalogo anti-spreco”, una sorta di vademecum da utilizzare quotidianamente. Ecco alcuni suggerimenti pratici da seguire:

  1. Prima di andare a fare la spesa, controlla nella dispensa quanto cibo hai e sulla lista della spesa appunta solo ciò che ti serve veramente.
  2. Controlla la data di scadenza dei prodotti prima di acquistarli e pensa a quando utilizzarli.
  3. Scegli il biologico: riduce i consumi energetici di agricoltura e industria alimentare di almeno il 25% e limita le emissioni di Co2.
  4. Prova a utilizzare gli avanzi per inventare nuovi piatti.
  5. Metti gli avanzi di cibo nella raccolta dell’umido e il tutto si trasformerà in un ottimo compost “fatto in casa”.
  6. Invita gli ospiti a portare a casa ciò che è avanzato.
  7. Informati sulle iniziative e i programmi contro lo spreco alimentare della tua città.
  8. Adotta dei piccoli accorgimenti per allungare la conservazione degli alimenti: l’insalata, ad esempio, condiscila solo al momento di servirla, così si manterrà più a lungo.
  9. Fa’ attenzione alle etichette e scegli quei prodotti che riportano informazioni su tecnologie o ingredienti che aiutano a limitare lo spreco alimentare.
  10. Scegli i prodotti con indicato il destino della confezione a “fine vita”, per contribuire a ridurre la quantità di immondizia indifferenziata.

La lotta allo spreco alimentare si fa anche con la tecnologia: Last Minute Sotto Casa è un’app che mette in contatto i supermercati e utenti, per smaltire gli alimenti prima che scadano e non siano più vendibili. MyFoody, invece, è una start up che permette di “salvare” il cibo ad alto rischio di spreco nei supermercati e ristoranti.